Apre con la proiezione di Milano, Via Padova di Antonio Rezza e Flavia Mastrella, il luogo voluto dall'artista Egidio Carbone. Ospiterà spettacoli spesso fuori dai circuiti, ed i laboratori di teatro Costitutivo.
Napoli si arricchisce di una nuova dimensione culturale: apre nel centro storico AvaNposto Numero Zero, in via Sedile di Porto 55, un nuovo spazio teatrale, creativo, di incontro. Dopo la festa inaugurale, sabato 3 dicembre, con protagonista la musica del gruppo Sette Bocche, inizia il 4 dicembre le sue attività con la proiezione del documentario Milano, Via Padova di Antonio Rezza e Flavia Mastrella, alle ore 20,30 in presenza dei due artisti (già a Napoli per lo spettacolo Anelante e per ritirare il Premio Napoli). Sono previste repliche fino all'11 dicembre (lunedì 5 e mercoledì 7 dicembre, ore 21.00 mentre giovedì 8 e domenica 11 dicembre, alle ore 11.00, 18.30 e 20.30). La scelta del film chiarisce bene le aspirazioni di questo nuovo posto: viene inaugurato con un film-inchiesta autoprodotto dai due artisti, che hanno scelto di distribuirlo in circuiti non ufficiali e tratta l'immigrazione e l'insofferenza "della convivenza forzata e la cultura di chi è straniero".
Il film del 2001, è una quasi surreale intervista fatta agli abitanti italiani e non che vivono in via Padova, arteria principale e multietnica della città. Rezza intervistatore, con la sua mano microfonata, stimola, stuzzica italiani, che passano in quella strada, a dire la propria sulla presenza degli extracomunitari. Nello stesso tempo dà libera voce agli extracomunitari, che più che parlare riescono a esprimersi nel canto. Accadono cose che, nello stile del duo artistico, sforano in una comicità che nasce dalla capacità di evidenziare delle "caratteristiche" delle persone incontrate che alla fine diventano come personaggi. Accadono incontri umani, a volte non funzionano, la comunicazione non arriva, altre diventa un rarissimo momento in cui uno 'vede' l'altro. Accade che l'italiano emigrato al nord è il primo a manifestare chiusura verso lo straniero e che tutti chiedono onestà come requisito per una presunta integrazione. Con fare provocatorio viene chiesto ai passanti se aprirebbero casa a uno straniero, come ospite. E le risposte non stupiscono. Il film non vuole essere un esaustivo documentario, ma piuttosto un modo per indurre negli spettatori interrogativi. Comunque riesce a dare un quadro dell'isolamento linguistico degli stranieri e della corrispondente sordità degli italiani, di una babele basata sull'ignoranza. Mentre una speranza è possibile, osando attraversare il limite tra un mondo e l'altro, in quel banale e umano momento, spesso dimenticato, che è il dialogo. Dopo la proiezione il film è diventato a sua volta momento di dialogo con Antonio Rezza e Flavia Mastrella che hanno ribadito come dietro il razzismo nel cittadino ci sia ignoranza, distanza umana. Per loro la volontà di proiettare questo film è un'azione con due effetti: stimolare riflessioni e far capire che è possibile vivere d'arte e far girare i propri film fuori dai circuiti istituzionali, in nome di una libertà idelogica e dalle leggi del mercato. Per fare questo hanno scelto di inaugurare proprio lo spazio AvaNposto.
Aprire una nuova realtà è sempre un atto coraggioso e un atto delicato. L'idea su cui si fonda questa azione è ben espressa dal fondatore e direttore Egidio Carbone, che intende creare uno spazio familiare, in cui sentirsi accolti, in cui vivere momenti culturali che vanno dal teatro al cinema, alle mostre alla musica. Con lo sguardo sempre attento ad accogliere il mondo culturale che vive fuori dai circuiti classici. Nello stesso tempo, questo luogo è la risposta essenziale per proseguire il percorso teatrale creato da anni da Carbone: la Teoria dell'attore Costitutivo, uno studio articolato, legato alla fisicità e alla materia, in grado di restituire fisicamente ciò che va oltre la Fisica stessa, in una sorta di nuova metafisica aristotelica.
"Ho deciso di aprire questo spazio - racconta Egidio Carbone - per continuare la mia sperimentazione sull'attore Costitutivo, che ha ormai necessità di un luogo fisico, sia per lo studio teorico e sul corpo, sia per i laboratori, sia per la messa in scena di ciò che scrivo. Ci è piaciuto creare una rete di persone e poi anche per ospitare una serie di eventi che, secondo la mia umile idea, possano essere "costitutivi", nel senso di veri. Ma la necessità dominante è quella di dare una "casa" fisica, un riferimento fisico a ciò che da 15 anni faccio. Nello stesso tempo vorrei che questo posto diventi un luogo familiare a tutti"
Egidio Carbone, oltre ad essere drammaturgo, regista e attore è anche uno scultore e si è dedicato a studi ingegneristici e dei vari materiali. Il suo nome è legato allo spettacolo che ha debuttato nel 2010 al Teatro San Carlo: La Bufaliera, atto unico tradotto in arabo da Mohamed Salmawy, Presidente dell'Unione degli Scrittori Egiziani e Segretario Generale dell'Unione degli Scrittori Arabi. Mentre la Teoria dell'Attore Costitutivo, studiata per più di dieci anni, è una ricerca "sull'azione immediata ispirata al comportamento deformativo dell'acciaio sottoposto all'azione di forze esterne, come modello di riferimento per l'attività dell'attore". Presentata nel 2012 alla Facoltà di Ingegneria dell'Università Federico II e nel 2013 al Museo Archeologico Nazionale di Napoli insieme ad Enzo Moscato, Eugenio Bennato, Francesco Paolantoni e Salvatore Cantalupo, ha trovato forma nelle pellicole, o trascendenze, Guado (2014) e Calìgo (2016), prime due opere di una trilogia volta a dare forma all'intera Teoria.
La proiezione del film di Rezza è solo l'inizio. Il cartellone dell'AvaNposto proseguirà a gennaio con la proiezione di Calìgo, da venerdì 6 a domenica 8 gennaio 2017 e andrà avanti fino a maggio con un ricco cartellone che, accanto ai nuovi lavori dello stesso Egidio Carbone, vedrà la partecipazione di artisti e narratori come Franco Arminio, Fabio Balsamo, Eugenio Bennato, Antonio Casagrande, Antonio Capuano, Nico Cirasola, Peppe Lanzetta, James Senese.
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